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«"Tempo di lavoro" potrebbe avere come esergo alcuni versi memorabili di Elio Pagliarani, quelli che chiudono "Dittico della merce: II. Certificato di sopravvivenza": "[...] cavalieri con macchia e paura cavalieri di mezzo ideale/ un'impronta affidata a un giornale, mio cuore di merda e sbocco finale". Una raccolta la cui misura, nella mutevolezza delle accensioni e degli appannamenti delle emozioni, è l'intrecciarsi, fino a venirne travolti, della propria esperienza personale e quotidiana - l'esperienza del capitale umano - con le regole imposte da altri ben più obbliganti capitali, in un mondo in cui la natura talvolta, quasi per sbaglio, o per caso, riesce ancora a meravigliare, rompendo le ferree ragioni della sopravvivenza.» (dalla postfazione di Cetta Petrollo)